GUARCINO “La piccola Genova” – Francesco D’Ercole
…Guarcino, nel suo piccolo, veniva paragonata alla somiglianza di Genova, e nel rispetto delle proporzioni, si aggiungeva “la piccola Genova”. Quando è avvenuto tutto ciò? Grosso modo possiamo dire a cavallo dei secoli XIX e XX; con inizio, in sordina, prima degli anni 1850, e termine con la prima Grande crisi economica Mondiale dell’anno 1929. Così, circoscritto il fenomeno nei suoi limiti temporali, ci possiamo chiedere: in che cosa esso sia consistito? E rispondendo brevemente ed in modo molto sintetico: dal funzionamento del sistema delle Cartiere, esistenti lungo il corso del fiume Cosa, nel solo territorio comunale di Guarcino, vedeva attive e tutte funzionanti a pieno ritmo, fino a 12 Cartiere: tutte azionate dall’acqua del Cosa. Gli indotti del “prima” e del “dopo” Cartiere; azionavano le loro attività; mentre il comparto dei Boschi (la legna e il carbone) la calce per l’edilizia e per le Cartiere; la paglia; i trasporti e la manodopera per tutte le funzioni prendevano vita. Nel contempo funzionavano i feltrifici; ed in campo connesso, lavoravano i lanifici, i canapifici etc.; inoltre in contemporanea si muovevano varie altre attività: le meccaniche sia di supporto alle Cartiere che di lavoro proprio, Inoltre anche lavoravano altresì le segherie del legno per preparare la materia prima occorrente alle falegnamerie e di esse ne esistevano sei sette tutte gestite in forma familiare; qualcuna specializzata nel produrre le “cucchiarelle”, le concerie per le pelli bovine, ovine, caprine rifornivano i vari calzolai; per non parlare del pullulare di tanti altri piccoli artigiani e lavoranti in proprio; il tutto favoriva il commercio, che era infatti molto florido. Al tutto quanto sopra scritto, il cui elenco non è affatto esaustivo, bisogna aggiungere altre fonti di reddito quale: l’agricoltura, sia in proprio, che a mezzadria, la pastorizia: alla grande; e detto dei boschi, per la legna ed il carbone e della paglia prodotta dall’agricoltura di tanti paesi vicini, oltre quella locale. E non si può non menzionare l’acqua: non solo del torrente Cosa, quale forza motrice e di irrigazione, per la col-tura dei campi; ma l’acqua eccellente per bere: la prediletta Filette; la neve per sciare; (Campocatino) e l’aria per respirare, si, anch’essa, perché per tutti quegli anni del “miracolo piccola Genova” Guarcino era scelta anche quale luogo estivo di villeggiatura, per l’aria, l’acqua, la gustosa cucina casereccia, e la buona grazia della popolazione. Questo in grande sintesi racchiude “quel tempo di felice memorie” che si rappresenta nella espressione: “Guarcino – la piccola Genova”. Ma oggi, chi se ne ricorda? Anzi, addirittura: quanti compaesani sanno, magari solo per sentito dire, che sia esistita, e cosa è stata “la piccola Genova”? Purtroppo di soggetti informati ne saranno rimasti, se ancora ce ne siano; tanti da stare entro il numero delle dita di una mano! E la smemoratezza cittadina al riguardo è aggravata dalla mancanza di un qualsiasi scritto, o memoria che ne facesse testo, accenno o altro segno. Non c’è nulla di scritto al riguardo su esso periodo, sotto nessuna forma. Chi scrive, ora, queste righe, ha attinto soltanto dalla propria memoria, specie quella giovanile, quando negli ultimi anni ’20 del XX secolo il proprio padre che ne viveva, partecipandone attivamente e godendone gli ultimi effetti benefici, ne parlava in casa, con semplicità, con rispetto, in continuazione, con chiarezza, ma anche con una punta di malcelato orgoglio, conscio di essere una infinitesima rotellina di quel complesso ingranaggio.
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